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Greenpeace/Consiglio Ambiente: a rischio leadership UE sul clima

print22 ottobre 2009 18:12
cambiamenti climatici

cambiamenti climatici

(AGR) I ministri europei dell’Ambiente hanno definito la posizione europea sul clima da portare al vertice mondiale di Copenaghen. Greenpeace constata che gli impegni europei di riduzione delle emissioni di gas serra non sono stati allineati con quanto indicato dalle analisi scientifiche, e ritiene che la decisione assunta non sia abbastanza ambiziosa per permettere di sbloccare lo stallo dei negoziati di Copenaghen.
Sarà ora il Summit dei capi di Stato, in agenda la prossima settimana, l’ultima spiaggia per fare un passo avanti concreto.

“I ministri dell’ambiente hanno dimostrato di affrontare i cambiamenti climatici solo come una mera questione politica” afferma Francesco Tedesco responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace “come se non si stesse difendendo la sopravvivenza delle persone, l’accesso all’acqua e al cibo, la protezione delle proprie case. Più a lungo rimaniamo ad aspettare, più devastanti saranno gli impatti per le persone, per l’ambiente e per l’economia mondiale”.

I ministri dell’Ambiente hanno confermato che l’obiettivo di ridurre le emissioni europee del 30% rimane ancora condizionato al raggiungimento di un accordo globale a Copenaghen. Tuttavia, Paesi come la Norvegia e il Giappone hanno già indicato riduzioni più ambiziose di quelle europee, in linea con le attuali indicazioni scientifiche che indicano un range che oscilla tra il 25 e il 40%, mentre il Parlamento europeo, lunedì scorso, ha già riconosciuto esplicitamente che l’Europa dovrebbe ridurre le proprie emissioni di almeno il 40% entro il 2020.

Greenpeace esorta dunque i leader europei ad aumentare gli impegni diriduzione delle emissioni, in modo da sbloccare i negoziati di Copenaghen e proteggere i cittadini europei dai più disastrosi effetti dei cambiamenti climatici.

Trasporti marittimi e aviazione:
Tra gli impegni assunti oggi, anche la riduzione delle emissioni delle navi e degli aerei (20 per cento e 10 per cento rispettivamente, rispetto al 2005), emissioni in crescita ma non soggette ancora ad alcuna restrizione.
Greenpeace approva questa decisione, ma critica il fatto che in questo modo si permette a questi settori di aumentare le proprio emissioni di un terzo rispetto al 1990. Questo sarebbe un trattamento di favore rispetto ad altri settori.

Deforestazione:
Oggi i ministri dell’ambiente hanno anche confermato il proprio timore all’utilizzo di permessi di emissione ottenuti da progetti di riforestazione. I minisri hanno sostenuto l’impegno a finanziare con risorse pubbliche la lotta alla deforestazione e la conservazione della biodiversità. C’è ancora confusione su come recuperare le risorse
finanziarie per coprire alcune fasi del meccanismo.

Il Direttore delle politiche forestali europee di Greenpeace, Sébastien Risso, ha commentato “L’Europa ha accumulato un debito storico per aver sostenuto la deforestazione all’estero. È ora piena responsabilità dei leader europei impegnarsi a stanziare i fondi pubblici per evitare che gli ultimi polmoni verdi del Pianeta vadano in fumo”.

Contatti:
Uff stampa Greenpeace 06.68136061 [int 203- 211]
Vittoria Iacovella, addetta stampa +39.3483988615
Francesco Tedesco, resp campagna Energia e Clima +39.3400856944

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