IL TRICOLORE NELLE OPERE DEI FUTURISTI
La Bandiera nell'Arte
IL TRICOLORE NELLE OPERE DEI FUTURISTI
(AGR) IL TRICOLORE NELLE OPERE DEI FUTURISTI
Cav. Carla Romani
Nel 1929 poi, con Balla, Tato, Dottori e altri artisti, avvia la stagione dell'aeropittura futurista con le sue linee curve, le sue visioni dall’alto, le splendide, spesso entusiasmanti, a volte scioccanti tavolozze! Questa la premessa per introdurre la riflessione su un elemento che ha attratto la mia attenzione e che vorrei analizzare e cioè la presenza del Tricolore nelle opere dei maggiori esponenti del Futurismo in Italia. Non affronterò le motivazioni politiche, che molto spesso hanno spinto i nostri artisti a produrre le loro opere, ma mi limiterò a trattare l’esito finale della loro creatività, le opere nel loro puro senso estetico o per dirlo alla maniera di Giacomo Balla, uno dei maggiori esponenti del movimento, la loro “presenza scenica” che conquisterà l’attenzione del pubblico.
IL TRICOLORE NELLE OPERE DEI FUTURISTI
La prima opera che vorrei prendere in considerazione è dedicata proprio a Marinetti. E’ il bellissimo collage di Fortunato Depero “Marinetti temporale patriottico – ritratto psicologico” del 1924 esposto al Primo Congresso Futurista tenutosi a Milano nel 1924, un collage di carta colorata che è un esempio di quanto il Tricolore farà parte dell’immaginario collettivo futurista. Rappresenta un uomo stilizzato avvolto da un vortice tricolore che sembra recitare proclami, sopra un’altura, su cui è pianata la nostra Bandiera.
Uno dei più alti rappresentanti della “rivoluzione” futurista è certamente Giacomo Balla che aderì firmando il Manifesto di Marinetti e l’idea di Patria di Balla trova perfetta esemplificazione nei suoi capolavori della serie “interventista”, una serie di quadri realizzati tra il 1914 e il 1915, in cui i tre colori della bandiera italiana monopolizzano lo spazio delle opere.
Una di queste, realizzata appunto quasi interamente con il verde, il bianco e il rosso della bandiera italiana, su fondo blu e azzurro brillante, le cui forme dominanti sono rombi e triangoli, è lo splendido olio su tela d’arazzo “Genio Futurista”, un vero e proprio manifesto programmatico, di dimensioni monumentali. Il grande artista riteneva fondamentale il ruolo della creatività per interpretare il presente e il futuro e produrre espressioni artistiche capaci di cogliere il dinamismo dell’universo al di là delle forme e delle dimensioni. Nell’opera sembra aver voluto rappresentare la figura e la genialità dell’uomo vitruviano, forse sé stesso.
Nell’opera della stessa serie, “Forme Grido Viva l’Italia”, sembra proprio di cogliere lo sventolio delle bandiere grazie alle loro forme arrotondate e avvolgenti, travolte dal vento, spesso avverso con le sue lingue nere.
“Sbandieramento” è un’altra affascinante opera di Giacomo Balla, sempre del 1915, ricca di dinamismo in forme e colori firmata Futur Balla. Uno splendido caleidoscopio in movimento che dà forma a vortici, coni, curve e punte, quasi vele che navigano mosse dal vento, in cui dominano, in primo piano, il verde, il bianco e il rosso del Tricolore. Come in quasi tutte le altre opere non mancano i blu e gli azzurri, probabile riferimento ai laghi e ai mari del nostro amato Paese.
Balla più di ogni altro, esprime purezza espressiva e spirituale, e dona al fruitore immagini sbalorditive per sintesi ed efficacia dei principi del movimento. Grande la sua abilità di esaltare forza, dinamismo e passione per la sua Patria anche nel bozzetto realizzato, sempre attorno al 1915, dal titolo “Canto Patriottico in Piazza di Siena”, dove i tre colori esplodono in forme geometriche proiettate verso il cielo. In tutte le sue opere , Balla dimostra di essere senza ombra di dubbio, un uomo di azione e movimento, concreto, ma, di contro, capace di elevarsi verso il cielo, oltre tempo, spazio e dimensione.
Sempre attorno al 1915 realizza un’altra straordinaria opera che accoglie il Tricolore: “Bandiere all’Altare della Patria” dove i colori della Bandiera non sono certo dominanti poiché l’opera è quasi interamente realizzata in bianco, nero e blu ma su una piega, molto discreto, è appoggiato il Tricolore, quasi in segno di rispetto per la sacralità del luogo. Nel 1918 presenterà un nuovo “Sbandieramento” dalle forme forse più astratte ed essenziali del precedente, ma sempre intrise di dinamismo, forza e slancio verso l’alto.
Vittorio Corona è un altro artista che seguirà lo spirito dinamico e forte degli appartenenti al Futurismo e che fin da giovanissimo, avvertì il bisogno di prendere contatto con le direzioni più innovatrici della cultura frequentando l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Marinetti accolse con favore le sue opere e lo incoraggiò a continuare il suo percorso. Nella sua opera “Dinamismo Tricolore” del 1922 emerge la potenza della macchina, “vestita” con il tricolore, la sua velocità, ma anche il suo planare sui cieli azzurri e terre lontanissime sotto di lei.
Anche in un’opera di Umberto Luigi Ronco, c’è massimo risalto della bandiera italiana in “Tricolore aeropittorico futurista”. Una tempera del 1936 in cui i tre colori della bandiera si elevano al cielo sotto forma di fiamma. Quasi un omaggio, una preghiera.
Ronco, artista annoverato tra coloro che declinarono l’aeropittura, sviluppò molti temi legati al rapporto delle forme terrestri nel cosmo e quest’opera, indubbiamente, ne è un chiaro esempio.
Tra i grandi esponenti del Futurismo, nelle cui opere possiamo trovare molti omaggi al Tricolore c’è il bolognese Guglielmo Sansoni che ad un certo punto della sua vita cambiò il suo nome in Tato “sceneggiando” la sua morte per assumere la sua nuova identità.
Molto importante fu il suo ruolo nella fondazione e diffusione, negli anni trenta, dell’Aeropittura, rendendola una dei filoni più interessanti e affascinanti dell’avanguardia. L’aereo, mezzo meccanico perfetto per tradurre in immagine tutti i concetti base del futurismo, quali velocità, energia e dinamismo, è il protagonista di moltissime sue opere. Con questo mezzo viene adottato un nuovo modo di osservare la realtà. Dall’alto! L’osservatore può provare le stesse sensazioni ed emozioni del pilota, attraverso le evoluzioni del velivolo, osservando le forme della natura, delle città, dei paesaggi in generale, distorte dall’altezza e dalla velocità.
E gli aerei di Tato portano spesso su di loro il Tricolore, su paesaggi festosi, pieni di colori, tra sogno e realtà.
Un’altra splendida opera ha colpito il mio cuore, innamorato della nostra Italia, un’opera realizzata da uno degli ultimi artisti che aderirono all’aeropittura, Tullio Crali. Sto parlando di “Ali Tricolori” realizzato nel 1932. Uno spaccato di astrattismo che emerge da uno sfondo straordinariamente reale. Molte sue opere sono dedicate alle Frecce Tricolori le cui evoluzioni creano, smontano, distorcono visioni.
In coda a questa mia ricerca, certamente incompleta, ma molto sentita e coinvolgente, di questa serie di splendide opere con le quali alcuni tra i più importanti artisti del Futurismo hanno reso omaggio al Tricolore, vorrei proporre un esponente che amo in maniera particolare perché originario della mia città, Perugia. Parlo dello straordinario Gerardo Dottori che, pur essendo stato tra i teorici di uno dei movimenti più all’avanguardia dell’arte contemporanea, non si è mai staccato completamente dalla tradizione artistica pittorica umbra, rimanendole fedele attraverso le sue opere che hanno fatto conoscere al mondo la dolcezza e il misticismo dei panorami umbri straordinariamente lirici ma coniugati con la nuova “lingua” aeropittorica. In realtà mi sento anche molto vicina al nostro grande Maestro per affinità artistiche, soprattutto nella rappresentazione delle dolci colline della nostra Umbria e del Lago Trasimeno. Ma questa è una divagazione, forse inopportuna, ma sentita. In tutta onestà nella produzione di Gerardo Dottori non ho trovato opere chiaramente dedicate alla Bandiera Italiana ma mi piace pensare che in alcune sue creazioni, pur non essendoci questo simbolo così importante per tutti noi, i colori dominanti ne evochino la presenza. Ad esempio in “Volo su paese” del 1930 e su “Vettore verso il lago” del 1933 sono proprio i verdi delle colline, che insieme ai bianchi delle case e ai rossi dei tetti, “spalmati” dalla velocità, sembrano formare un’immensa bandiera volteggiante sul blu del Lago. Stessa percezione ho provato di fronte al suo “Autoritratto” del 1928, con il quale concludo questo omaggio agli artisti del Futurismo che con le loro opere hanno testimoniano il valore immenso del simbolo della nostra Repubblica, il Tricolore.
Cav. CARLA ROMANI
E’ nata a Perugia dove vive e lavora.
Si è laureata in Materie Letterarie con indirizzo Storico Artistico all'Università degli Studi di Perugia.
Ha conseguito il Master in Conservazione dei Beni Culturali e dell'Ambiente presso la Lumsa di Roma.
E’ stata dipendente della Pubblica Amministrazione per oltre trenta anni presso il Comune di Perugia e presso il MIBAC – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria.
Dal 1982 ha allestito numerose mostre personali e partecipato a varie esposizioni collettive nazionali e internazionali, come la Biennale Internazionale di Arte Contemporanea 2001 a Firenze, la Triennale Internazionale di Arte Contemporanea 2002 a Parigi, la mostra presso la Galleria Gloria Delson Contemporary Art – 2018 di Los Angeles, ottenendo ampi consensi sia dal pubblico che dalla critica.
La sua attività spazia da quella, predominante, della pittura su tela, con i suoi tipici paesaggi pervasi da magiche atmosfere ai ritratti e murales e poi complementi d’arredo e accessori moda personalizzati con le sue inconfondibili e personalissime cifre pittoriche: alberi tondeggianti e allegre monachelle.
Dal 2010 ha allestito uno spazio espositivo permanente presso il proprio studio di Perugia.
Dal 2015 è membro, in qualità di artista, della Commissione per l’Arte Sacra e i Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi Perugia Città della Pieve ed è volontaria di Protezione Civile.
Dal 2019 è stata insignita dal Presidente della Repubblica del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per meriti artistici messi spesso a disposizione per scopi benefici.