Madre di due figli, rifiuta la richiesta di sesso di un funzionario pubblico e denuncia tutto ai carabinieri, sette misure cautelari
La donna aveva subito una richiesta di relazione sessuale per ricevere un contributo economico per la condizione di disagio. Inoltre, per due episodi di corruzione insieme al funzionario sarebbero coinvolti 4 responsabili di una cooperativa e due responsabili di un’associazione culturale.
Carabinieri Bracciano
(AGR) Si comunica, nel rispetto dei diritti degli indagati (da ritenersi presunti innocenti fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, che in data odierna i Carabinieri della Compagnia di Bracciano hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 7 persone, gravemente indiziate: il funzionario del Comune, per i reati di tentata concussione sessuale, corruzione in concorso e falsità ideologica, gli altri per corruzione in concorso.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Tivoli, dott. Raffaele Morelli, all’esito delle indagini svolte dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Bracciano sotto la direzione della Procura di Tivoli.
Senza l’attività di intercettazione – telefonica e ambientale, svolta sulla base dell’attuale normativa che equipara i delitti contro la pubblica amministrazione (corruzione e concussione) a quelli di criminalità di tipo mafioso, non si sarebbe mai scoperto quanto emerso.
È stato disposto dal Giudice il carcere ai danni del funzionario comunale per tentata concussione sessuale perché, nell’esercizio dei suoi poteri di spesa, a fronte di una donna con due figli e in stato di gravidanza, che si era rivolta al Comune per ricevere un contributo economico a causa della sua situazione di forte disagio, le chiedeva in cambio di intrattenere con lui una relazione sessuale ricevendone il rifiuto. L’ordinanza cautelare evidenzia l’esistenza di “un sistematico e collaudato “modus operandi”, abusando e sfruttando la qualifica rivestita all’interno del comune”, (per cui il funzionario) “ha avvicinato donne in condizioni economiche disperate, prospettando la possibilità di ottenere vantaggi di natura economica in cambio di prestazioni sessuali”.
Va sottolineato che la donna ha rifiutato l’imposizione e ha segnalato il fatto ad altri pubblici ufficiali, dimostrando di credere alle istituzioni che, infatti, sono intervenute tempestivamente.
Sono in corso indagini per accertare ulteriori eventuali episodi analoghi con “sfruttamento” della posizione del pubblico ufficiale ai danni di donne vulnerabili perché in condizione di disagio economico, spesso con figli. Le indagini hanno consentito, inoltre, di raccogliere elementi, ritenuti dal Giudice gravi, in ordine a due distinti episodi di corruzione contestati al citato funzionario e ai rappresentanti di una società cooperativa e di un’associazione culturale.