Balneari, aumento del 25% dei canoni, SIB: ingiustificato ed ingiusto
Capacchione (SIB): “Va revocato e, comunque, sospeso, in attesa di un doveroso riordino dei criteri di determinazione. E' ingiustificato perché è più del doppio dell'indice ISTAT registrato nel 2022 (1,5%) e più del triplo dell'inflazione (8,1%).
(AGR) Il Ministero delle Infrastrutture ha comunicato agli Enti competenti la variazione dell'indice ISTAT dei canoni demaniali per l'anno 2023. Si tratta di un aumento del 25,15% con il canone minimo di 3.377,50 euro.“Si tratta di un provvedimento ingiustificato e ingiusto”, scrivono in una nota congiunta Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di FIBA-Confesercenti.
Ingiustificato perché è più del doppio dell'indice ISTAT registrato nel 2022 (1,5%) e più del triplo dell'inflazione (8,1%). Ingiusto perché esaspera un meccanismo di determinazione dei canoni sbagliato (in quanto non parametrato all’effettiva redditività dell'area oggetto di concessione), e disincentivante rispetto agli investimenti per il potenziamento dei servizi balneari.
“Chiederemo la revoca del provvedimento e, comunque, la sua sospensione in attesa di un opportuno e doveroso riordino dei criteri di determinazione dei canoni che li renda giusti ed economicamente sopportabili” conclude la nota di SIB e FIBA.