Banche, al via assemblee per votare il rinnovo contrattuale
Manifestazione sindacati
(AGR) C’è attesa per le assemblee dei lavoratori del settore bancario che a partire dal giorno 6 febbraio e fino al 13 marzo, dovranno approvare o meno l’ipotesi di accordo contrattuale sottoscritto a dicembre scorso. Il precedente contratto era scaduto un anno fa. Le organizzazioni sindacali, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, si dicono soddisfatte soprattutto perché il rinnovo avviene in un momento caratterizzato da crisi internazionale e fusioni tra istituti a volte problematiche. Oltre a un aumento medio di 190 euro che sarà suddiviso in tre tranches delle quali la prima già da gennaio 2020, da evidenziare anche le tutele alla salute in caso di gravi patologie, misure per la conciliazione vita/lavoro (diritto alla “disconnessione”) e nuove importanti previsioni in termini di diritto al part time. Per Lando Maria Sileoni segretario Fabi «in generale è la migliore ipotesi degli ultimi 15 anni. Abbiamo respinto il tentativo di introdurre il contratto ibrido nel Ccnl, quello che vuole il lavoratore per metà consulente autonomo e per metà dipendente». La Fisac Cgil si spinge più in là auspicando «che anche le altre categorie produttive del Paese pongano al Governo e al Parlamento il tema della riforma del Job Act» di marca renziana. Da Unisn infine, segnale verde anche per altri aspetti che hanno spesso ricadute sui correntisti: «Importante è il rafforzamento delle tutele - spiega Emilio Contrasto Segretario Generale di Unisn /Confsal - contro le pressioni commerciali contenute nell’accordo di Settore. Ciò consentirà, in linea con la nostra piattaforma e con l’impegno sociale del Sindacato, una maggiore e più concreta tutela della clientela e del risparmio. Di fondamentale importanza, inoltre, è il rafforzamento dell’area contrattuale che ricomprenderà la gestione dei crediti deteriorati (Npl e Utp) a garanzia dei lavoratori e della clientela in generale».