CNR sale la protesta
(AGR) Stamani, dinanzi alla sede centrale del CNR a Roma si è svolta una manifestazione nazionale UIL RUA E FLC CGIL.“Passati abbondantemente i primi 100 giorni dalla neopresidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche era auspicabile che si entrasse nel merito delle problematiche accumulate, come più volte abbiamo chiesto. Così non è stato”. Dichiara la Segretaria Generale UIL RUA, Sonia Ostrica che aggiunge: "Ritardi e inadempienze aumentano ma sembra si trovi il tempo per cercare di ottenere una ‘modifica legislativa’ allo Statuto, che consentirebbe al Presidente - ove effettivamente introdotta - di non operare a tempo pieno presso il maggior ente di ricerca italiano”.“Quale dovrebbe essere l’interesse del massimo vertice della massima istituzione di ricerca, se non quella di mettere al primo posto il rilancio dell’ente? Le autonomie in capo alla docenza universitaria non possono e non debbono essere alibi pretestuoso o vincolo addotto a giustificazione per l’insufficiente svolgimento di altre funzioni, per le quali ci si è liberamente candidati”. Continua la segretaria generale della UIL RUA che conclude:“E’ ora di chiamare le cose con il loro nome: se per ‘autonomia’ si intende libertà di delegare o di sottrarsi al confronto, allora questa ‘autonomia’ è sbagliata, e va rivista”.
La manifestazione di oggi dei sindacati - la seconda in meno di un mese - è finalizzata a ottenere corrette relazioni sindacali, più trasparenza, delegazioni con pieni poteri, il superamento di numerose inadempienze contrattuali, la programmazione delle progressioni di carriera e la chiusura dei contenziosi con i pensionati.
I sindacati chiedono, inoltre, la costituzione di un tavolo sul precariato, la revisione dell’ipotesi di accordo sull’art. 54 (progressione di carriera bloccata dal 2010 e oggi sbloccata), l’accordo per sciogliere il nodo della risoluzione unilaterale del contratto di lavoro e il reinserimento delle lauree “mancanti” nei concorsi aperti, che di fatto escludono diversi precari dalla possibilità di entrare nelle procedure concorsuali pubbliche e per i quali (1.500 circa sono i precari strutturati, ovvero a tempo determinato) andrebbe invece sostenuta anche dall’ente un percorso prioritario di stabilizzazione ad hoc.