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Covid 19, fermi quasi 8 milioni di lavoratori

printDi :: 11 aprile 2020 20:01
Banca d'Italia

Banca d'Italia

(AGR) In attesa della fase 2 si cerca di capire quali saranno le attività pronte a ripartire e quanti i lavoratori coinvolti. Sul tema non sono mancate le prese di posizione e i confronti tra Governo, partiti e organizzazioni sindacali. Ora uno studio di Banca d'Italia e Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche), ci dice che il fermo delle attività non essenziali, ha interessato soprattutto settori dove più alta è la propensione alla vicinanza fisica con clienti e collaboratori. Ebbene queste attività sono concentrate nel settore dei servizi e nel commercio al dettaglio: poco più di 2 milioni di aziende per un totale di 8 milioni di occupati.

Un primo effetto di questa situazione sono le innumerevoli richieste di cassa integrazione arrivate al sito dell'Inps. In particolare si legge nel sito dell'Inapp «tra i 10 settori con la maggiore esposizione a malattie e infezioni, ci sono quelli del comparto sanitario. Un alto rischio è presente - continua lo studio - tra i settori dell’istruzione pre-scolastica e degli asili nido, che, al contrario del comparto sanità, figurano tra quelli che hanno temporaneamente interrotto la loro attività».

 
Le tabelle evidenziano anche chi non ha interrotto le proprie attività sfruttando la possibilità di lavoro da remoto (e le varie possibilità di lavoro agile e smart working). Si stima che questa tipologia di lavoratori siano circa 3 milioni e sono concentrati nell'industria finanziaria, bancaria e assicurativa, nella pubblica amministrazione e nella maggior parte dei servizi professionali (è il caso di notai e avvocati). Infine da segnalare il basso rischio di chi lavora nel comparto agricolo che fornisce beni necessari e per questo non è sottoposta a fermo: la maggior parte dell’occupazione registra qui un livello dell’indice di prossimità fisica molto basso o nullo.

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