Lazio, oltre un lavoratore su quattro non si sente sicuro del posto di lavoro
I lavoratori temono che una nuova crisi economica e il rallentamento dell’economia stessa possano portare la propria azienda a licenziamenti. Il 15% pensa che l'uso dell'intelligenza artificiale diventerà la norma nel proprio settore nei prossimi cinque anni, riducendo le attività manuali.
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(AGR) Il sondaggio People at Work 2023 dell'ADP® Research Institute, condotto su oltre 32.000 lavoratori in 17 paesi (2mila lavoratori in Italia) ha indicato che un lavoratore su quattro non si sente sicuro del posto di lavoro e che le aziende possano iniziare a licenziare.
A livello nazionale, non si sente sicuro un lavoratore su tre (34%). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i timori sono maggiori negli uomini (38%) e inferiori nelle donne (30%). I sentimenti di precarietà sono più alti nella fascia 35-44 anni (37%), segue la generazione Z, ovvero quella che va dai 18 ai 24 anni con il 36%, dai 24 ai 34 è timoroso il 34%, mentre dai 45 ai 54 anni il 33%; solo il 26% degli over 55 è invece preoccupato per il proprio posto di lavoro.
Secondo dati Inps, nel 2022 i licenziamenti di natura economica sono aumentati del 41% sull’anno. Occorre però ricordare che i licenziamenti economici erano bloccati dalle normative introdotte nel 2020 a fronte dell'evento pandemico e che sono stati riaperti a partire da giugno e ottobre 2021. Se confrontato invece al dato 2019, nel 2022 ci sono stati circa 127.000 licenziamenti in meno (-25%). Inoltre, nel primo semestre del 2023 si evidenzia una forte riduzione rispetto al 2022 dei licenziamenti di natura economica (-18%) mentre sono in leggero aumento le cessazioni per risoluzione consensuale (+3%).
Complessivamente, il 56,3% dei lavoratori laziali pensa che nessuna professione sarà immune dall'attuale incertezza economica, e il 15% crede che l'uso dell'intelligenza artificiale diventerà la norma nel proprio settore nei prossimi cinque anni, riducendo così le attività manuali.
In questo contesto, il 22,7% dei lavoratori laziali ha preso in considerazione la possibilità di cambiare settore negli ultimi 12 mesi e il 15% ha pensato di avviare un'attività in proprio. Il 6,7% degli over 55 ha pensato di chiedere la pensione anticipata.
"Facendo sentire il personale più a suo agio e al sicuro, sottolineando quali prospettive di formazione e avanzamento di carriera potrebbero essere offerte, i dipendenti si sentiranno maggiormente in grado di concentrarsi su fare un buon lavoro senza preoccuparsi del futuro. E se i datori di lavoro possono fare tutto questo assicurandosi di offrire una retribuzione equa e una cultura del posto di lavoro inclusiva e coinvolgente, è probabile che i lavoratori si sentano molto più positivi nei confronti dell'azienda per cui lavorano. Ma se le aziende non saranno capaci di mettere a proprio agio i lavoratori, correranno il rischio che le competenze vitali, l'esperienza e l'entusiasmo possano andare perduti, e ciò potrebbe rendere difficile fornire il livello di servizio che i clienti si aspettano" conclude Uribe.