Figli Maestri approda alla festa del cinema

Autori, troupe, produzione e protagonisti (i giovani Mhamud e Moin Uddin, Zixi Peng e la giovanissima Chiara Zin Wei, che interpretano se stessi) sono tutti residenti del X Municipio.
Simone Bucri, classe 1979, esperto di documentario d’arte e ricercatore presso la Cooperativa Ricerca sul Territorio, l’ente che ha progettato e gestisce l’Ecomuseo del Litorale Romano, luogo cardine della storia del nostro territorio. L’Ecomuseo infatti conserva (e continua a ricercare) la memoria dei luoghi e delle genti di Ostia, Fiumicino e dei quartieri dell’entroterra del X Municipio, fornendo inoltre un prezioso nonché unico strumento di conoscenza per le scuole che vogliono avvicinare la storia e la cultura del nostro territorio, partendo dalla bonifica dei Ravennati di fine Ottocento ad oggi.
Di Acilia anche Massimiliano De Cicco, di CIAO onlus, che ha curato la fotografia del documentario. Set del film è proprio il quartiere di Acilia, del quale si riconoscono spesso gli scorci attorno al Parco della Madonnetta e alla Chiesa San Carlo da Sezze, dove ha sede uno dei luoghi fondamentali di Figli Maestri, la scuola di italiano per stranieri Effathà.
In settimana il film era stato già proiettato all’interno di Impunita – Festival della cultura critica dell’infanzia, organizzato da una serie di associazioni e realtà romane che si occupano in maniera attiva di educazione, infanzia e inclusione giovanile.
Paolo Isaja e Maria Pia Melandri, produttori di questo documentario, sono tra i più longevi e prolifici autori di cinema antropologico e di ricerca ad oggi attivi in Italia. Oltre ai numerosi riconoscimenti in diversi festival, loro film sono stati presentati negli anni nella programmazione del Festival di Venezia: Iolanda e Rossellini (1995), incentrato sulla figura di Iolanda Benvenuti, vera montatrice del capolavoro neorealista Roma Città Aperta e Tornare a Orgosolo (1997), cronaca del ritorno del maestro Vittorio De Seta sui luoghi del suo celebre Banditi a Orgosolo (Leone d’Argento per l’opera prima nel 1961 a Venezia22); per Isaja (assieme ad Antonello Proto) anche La Cornacchia disse crai (1980), lungometraggio di cinema diretto girato a Tuscania con le ultime venti famiglie rimaste a vivere nella baraccopoli dopo il terremoto del 1971.