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Giustizia: Un decreto per fermare la scarcerazione dei Mafiosi

print16 febbraio 2010 12:02
Angelino Alfano - Ministro della Giustizia

Angelino Alfano - Ministro della Giustizia

(AGR) Approvato all'unanimità dal Consiglio dei Ministri del 10 febbraio 2010 il decreto-legge Presentato dal Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, per evitare la scarcerazione di boss mafiosi a seguito della recente sentenza della Cassazione, che ha attribuito alle Corti di Assise, anzichè ai Tribunali, la competenza di giudicarli in caso di reati pluriaggravati. In primo luogo, il decreto-legge risolve il contrasto di Giurisprudenza che rischiava di determinare l'annullamento di numerosissimi processi di mafia con possibili scarcerazioni degli imputati per decorrenzadei termini di custodia cautelare. In secondo luogo, il decreto-legge attribuisce definitivamente ai tribunali la competenza di giudicare sulle associazioni di tipo mafioso. In terzo luogo, il decreto-legge -- anticipando una norma contenuta nel disegno di legge governativo in materia di processo penale - amplia le competenze delle Corti d'Assise su alcuni gravissimi reati, tra i quali il terrorismo.

Il varo del decreto legge si è reso necessario dopo la recente sentenza della Cassazione che ha attribuito la competenza alle Corti d'assise a giudicare sui reati aggravati contestati ai presunti capimafia.

Ammontano in totale a 388 i processi a rischio azzeramento, in particolare, 243 presso le Corti d'Appello e i tribunali, 4 presso le procure generali e 141 pendenti presso le Direzioni antimafia. Questi i dati riferiti dal Guardasigilli, Angelino Alfano, che ha illustrato i contenuti del decreto legge nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri.

L'impatto sarebbe stato notevole anche sotto l'aspetto delle scarcerazioni di pericolosi detenuti per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Secondo i dati forniti al ministro, ad esempio, il Tribunale di Nola ha indicato 206 detenuti, 61 a Palermo, 38 la direzione antimafia di Catania, 56 a Milano. ”Sarebbe stato un impatto notevole. Siamo lieti - ha detto il ministro Alfano - di aver posto una toppa al buco che si era creato.">


L'ampliamento delle competenze alle Corti d'Assise ad alcuni gravissimi reati come il terrorismo, era comunque già previsto da una norma contenuta nel disegno di legge sul processo penale in esame al Parlamento.

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