Il naufragio di Crotone, necessario trovare soluzione condivisa da tutti i gruppi politici per evitare il ripetersi di queste sciagure in mare
L'Avv. Dario Curti, segretario nazionale del MOHD (Movimento Oltre l’Handicap ed il Disagio): dinanzi a disastri simili, necessario un lavoro di confronto costruttivo tra tutti i partiti, teso, piuttosto, all’individuazione della soluzione migliore per risolvere una tale problematica
Dario Curti e simbolo del MOHD
(AGR) Un’altra tragedia si è consumata nelle acque del Mar Mediterraneo durante il tentativo, di alcuni giorni fa, di oltre 150 migranti di giungere in mare sulle coste italiane; ed abbiamo chiesto all’avv. Dario Curti il suo pensiero sotto il profilo politico, in quanto Segretario Nazionale della nuova emergente forza politica nazionale MOHD (Movimento Oltre l’Handicap ed il Disagio).
“Mi preme esprimere, anzitutto, oltre al più profondo cordoglio per quanto accaduto, la posizione di distanza del MOHD dal ritenere la “disperazione” il colpevole del naufragio. Allo stesso tempo, ritengo che sia più corretto, politicamente e sotto il profilo etico, evitare di utilizzare l’evento come arma di attacco politico nei confronti di chi governa oggi, almeno, nel rispetto delle vittime della tragedia; attenzione, ciò non vuol dire che ove emerga, nella gestione dei flussi migratori, ivi compresi gli aspetti di salvataggio in mare, una condotta errata di chi governa quest’ultima non debba essere oggetto di contestazione e critiche da parte degli altri gruppi politici”.
Il Segretario Nazionale del MOHD, inoltre, esprime un ulteriore concetto: “Il problema dei flussi migratori irregolari che avvengono, per lo più, via mare, e della connessa perdita di vite umane può essere risolto, principalmente, mediante una soluzione concreta di intervento, orientata, sicuramente, a garantire, in primis, alle persone che scappano l’opposta possibilità di restare nel luogo dove abitano, continuando a godere delle proprie radici, cultura e tradizioni, qui, concorrendo allo sviluppo economico, politico e sociale, e vivendo un viaggio all'estero come una mera libera scelta non condizionata dalla necessità di allontanarsi da rischi e pericoli per la propria vita e futuro. In altre parole, la soluzione si chiama “NORMALITA’”. I migranti che attraversano irregolarmente il mare, del resto, fuggono dai propri luoghi di origine con la speranza nel cuore di poter esercitare il legittimo diritto come "essere umani" di avere una vita, almeno, NORMALE.
E' un po' come per coloro che sono affetti da patologie incurabili o difficilmente tali e sperano nella ricerca per avere un'opportunità di continuare a vivere: si chiama "attaccamento alla vita", il quale, oltre ad essere un istinto naturale, è anche un importante principio che valorizza l'esistenza umana; e se si è affetti da tali patologie e c'è un luogo lontano dove potrebbe esserci la cura, non importerà certamente se quel mezzo di trasporto sul quale si dovrà salire risulti sicuro oppure no, se abbia effettuato tutti i controlli e la manutenzione prescritta. Non c'è neppure il tempo per pensare a certe cose, si va verso la meta e basta! Questa si chiama obiettività, nemica dell'ipocrisia”. Conclude, dunque, l’avv. Dario Curti: “Allora, tornando al tragico episodio della recente strage in mare, riversatasi sulle spiagge del crotonese, è sicuramente necessario e non più rimandabile l’intervento degli organismi internazionali che, in altre, occasioni, in Paesi martoriati da guerre civili, instabilità politica interna, crisi umanitarie di particolare portata ed emergenze migratorie, non hanno mancato di intervenire con apposite missioni umanitarie internazionali per il mantenimento della pace e della stabilità. È, dunque, da una missione di pace umanitaria in Libia organizzata dagli organismi internazionali che occorrerebbe partire, finalizzata al contrasto diretto, mediante forze e sistemi di sicurezza, ai gruppi armati ribelli, alla criminalità ed alla corruzione interna all’amministrazione locale da cui si generano l’instabilità politica, le persecuzioni e tratte di esseri umani, la negazione dei diritti civili e, per finire, le attività illecite degli scafisti che vivono, chiaramente, sulla disperazione della gente in fuga. Ovvio, che detta missione umanitaria internazionale dovrebbe prevedere il contestuale avvio di politiche reali di sostegno allo sviluppo economico, politico e sociale, come finanziamenti strutturali, così da generare l’opportunità per i cittadini di non scappare e di creare qui il proprio futuro e soddisfare le loro aspirazioni anche in termini di riconoscimento dei diritti civili e della dignità che spetta loro come ""esseri umani"”.