Amianto killer, il Tribunale di Roma ha condannato ENEA per la morte di mesotelioma di un lavoratore
L'uomo aveva prestato servizio per 34 anni presso il Centro Enea di Casaccia con mansioni finalizzate allo studio e ricerca dei materiali (in particolare dei metalli). Al Centro è stato esposto a radiazioni pericolose ed a materiali contenenti amianto. Ai familiari un risarcimento di 150mila euro
(AGR) di Donatella Gimigliano
Il Tribunale di Roma ha condannato l’ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) per la morte di un dipendente, avvenuta a 78 anni per un mesotelioma pleurico legato all’esposizione alle fibre di amianto. Ai familiari, i due figli e la vedova, è stato riconosciuto un risarcimento pro quota pari a 49.319,00.
L’amianto fu ampiamente utilizzato in ENEA, presente nelle cosiddette baracche, perfino nei pavimenti e negli impianti, come quello elettrico, termoelettrico e idraulico, e anche quello del gas, utilizzato, per condurre gli esperimenti con la fiamma. L’Avv. Ezio Bonanni e l’Osservatorio Nazionale Amianto hanno acquisito una serie di atti e documenti che hanno permesso di dimostrare che l’amianto è rimasto presente ancora fino ai tempi più recenti, avvenuta solo dopo il Verbale di Ispezione e Prescrizione della ASL Roma 1 del 17 marzo 2016 che, come evidenziato in corso di causa, ha accertato il pessimo stato di manutenzione dei materiali di amianto: “Il pavimento in vinil amianto risulta avere in diversi punti discontinuità”, e ha rilevato ulteriore presenza della fibra killer. Il documento rilevava altresì la presenza di fratture puntiformi nei pavimenti e nei corridoi e le cattive condizioni generali in diversi ambienti, nei soffitti e nelle scale. Solo dopo tale provvedimento ENEA ha dato corso a proseguire le bonifiche.
“Questa sentenza, qualora passasse in giudicato, aprirebbe le porte al risarcimento dei danni anche per tutti gli altri lavoratori esposti” – sottolinea Ezio Bonanni. Al momento è pendente una ulteriore causa al fine di ottenere un ulteriore risarcimento del danno, cioè quello da perdita del rapporto parentale.L’ONA ha istituito un servizio di assistenza sanitaria e legale tramite il sito dell’associazione https://www.osservatorioamianto.it o tramite il numero verde 800 034 294.