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Il senso di colpa del fumatore: un ostacolo alla prevenzione

Uno studio di ricerca qualitativa della LILT e dell’AUSL/IRCCS di Reggio Emilia dimostra come l’autocolpevolizzazione sia una barriera allo screening del tumore polmonare e alla cessazione del fumo

printDi :: 24 marzo 2025 13:05
Fumatore foto pixabay

Fumatore foto pixabay

(AGR) Un progetto di ricerca finanziato dalla Lega Italiana Contro i Tumori (LILT), coordinato dall’Associazione Provinciale LILT di Firenze, da Luoghi di Prevenzione /LILT Reggio Emilia e dall’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia, ha pubblicato il 5 marzo su PLOS ONE – una importante rivista scientifica internazionale – uno studio qualitativo sulla propensione individuale dei fumatori all’adesione agli screening del tumore al polmone e ai programmi di cessazione del fumo.

Lo studio si basa su interviste individuali e di gruppo (focus group) e ha confermato che il fumatore tenace, pur informato riguardo ai rischi correlati al tabacco, instaura con la sigaretta un rapporto che lo porta a procrastinare o a rifiutare di sottoporsi a interventi di prevenzione o screening.

 
La ricerca ha evidenziato, sostiene il Dr Luca Ghirotto, che è responsabile dell’Unità di Ricerca Qualitativa della AUSL-IRCCS-Reggio Emilia, come il senso di colpa associato all’abitudine al fumo, costituisca un importante fattore deterrente rispetto all’adesione alle proposte di prevenzione e condizioni pesantemente il comportamento del forte fumatore.

In linea con le raccomandazioni europee sugli screening oncologici, l’offerta di uno screening per la diagnosi precoce del tumore al polmone è oggi considerata una buona occasione per innescare processi di riflessione e cambiamento comportamentale nei soggetti fumatori. “Questi studi possono rivoluzionare il modo di concepire e di progettare gli interventi di prevenzione oncologica, tenendo in considerazione le dimensioni psicologiche e sociali del comportamento umano, cioè i meccanismi psico-comportamentali che favoriscono la disassuefazione dal fumo” sostiene la Dott.ssa Sandra Bosi, Direttrice di Luoghi di Prevenzione/LILT di Reggio Emilia che, insieme con il coordinatore dello studio Dr Eugenio Paci (LILT-Associazione Provinciale di Firenze), conferma che l’offerta di programmi antitabagismo favorisce una complessiva azione di prevenzione.

“Una integrazione che si sta dimostrando importante nei progetti pilota di screening per il tumore del polmone che sono in corso in Europa e in Italia nella prospettiva di un programma nazionale di screening”” informa il Dr Paolo Giorgi Rossi, direttore della Unità di Epidemiologia e Comunicazione della AUSL-IRCCS di Reggio Emilia.

“La dipendenza dal fumo e i meccanismi di prevenzione non sono solo un problema individuale” asserisce il prof. Francesco Schittulli, Presidente nazionale della LILT. “I costi sociosanitari sono ingenti e dobbiamo esserne consapevoli. Tali risultati offrono, pertanto, un’apprezzabile prospettiva di sanità pubblica, rafforzando l’integrazione e quindi l’efficacia delle strategie di prevenzione, screening e promozione della salute”.

Questo progetto è frutto della collaborazione tra la LILT di Firenze (centro coordinatore), i Centri Antifumo della AOU Pisa, ASL Area Vasta Centro-Prato e Borgo San Lorenzo e AOU Careggi nella Regione Toscana e l’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (ISPRO) di Firenze; di Luoghi di Prevenzione/ Associazione Provinciale LILT di Reggio Emilia e delle Unità Operative di Epidemiologia e Comunicazione e quella di Ricerca Qualitativa dell’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia, nella Regione Emilia -Romagna.

LA LILT E I PRODOTTI DELLA RICERCA

La Lega Italiana per la lotta contro i Tumori (LILT) in Italia è da decenni protagonista nella lotta contro il tabacco e ha contribuito a sviluppare e promuovere modelli di intervento per sostenere i fumatori che desiderano smettere, adottando modelli psico-comportamentali di cessazione del fumo, in un’ottica sempre più “customizzata”. “Il fumo di sigaretta è causa dell’80% dei tumori polmonari, nonché di altre forme tumorali fumo-correlate e altre patologie, a partire da quelle cardiovascolari” ribadisce il Presidente Nazionale della LILT Francesco Schittulli, “e come LILT dobbiamo intraprendere tutte le strade possibili che ci conducano all’obiettivo di un futuro senza tabacco”. Grazie al progetto dal titolo “Analisi dei meccanismi d’azione psico-comportamentali con cui la proposta di adesione alla TAC spirale agisce sulle abitudini tabagiche e sulla disassuefazione al fumo”, la LILT conferma il suo ruolo nella prevenzione e nel supporto alla disassuefazione in tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è ambizioso e preciso: diffondere la “cultura del non fumo”, mirata all’avvento della prima generazione senza tabacco.

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