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Dal 1° gennaio 2006 è entrato in vigore il Codice dell'Amministrazione Digitale

print16 gennaio 2006 09:50
Lucio Stanca - Ministro per l'invazione e le tecnologie

Lucio Stanca - Ministro per l'invazione e le tecnologie

Dal primo gennaio 2006 è entrato in vigore il Codice dell'Amministrazione Digitale (www.padigitale.it).

Un documento che si porta dietro un bel proposito di 'libertà': liberare gli italiani da molti ed anacronistici obblighi e adempimenti verso le pubbliche amministrazioni e liberare nuove risorse della PA attraverso una massiccia digitalizzazione.

Tutto questo per eliminare sprechi, restituire maggior valore ai contribuenti, come pure di essere alla base di nuovi e più moderni modelli organizzativi, rendendo più produttivo ed efficace il lavoro pubblico.

Un vero e proprio "Codice della strada digitale", quindi, visto che anche l'autostrada, quel Sistema Pubblico di Connettività (SPC) che collega gli uffici pubblici delle amministrazioni centrali e locali, comincia a diramarsi con successo verso l'esterno, dove sono già 500 le sedi (tra Ambasciate, Consolati, Istituti di cultura, Camere di commercio e sedi ICE) ad essere state raggiunte dall'infrastruttura.

Il complesso di norme e regolamenti del Codice è stato predisposto dal Ministero dell'Innovazione e delle Tecnologie, ed è finalizzato a garantire un utilizzo sempre più diffuso e integrato delle nuove tecnologie all'interno delle PA e per la gestione delle relazioni degli uffici pubblici con i cittadini e le imprese. Presto elencati gli obiettivi: graduale azzeramento dei certificati, sostituzione della corrispondenza cartacea con quella elettronica, digitalizzazione degli archivi, promozione delle Conferenze dei Servizi on line e del riuso software, e potenziamento degli Sportelli Unici per le Imprese.

È stato detto che la diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione è fortemente condizionata dalle regole che ne definiscono la cornice normativa. Innovazione e normativa sono legate da un rapporto di reciproca influenza molto articolato e se i due aspetti non procedono di pari passo, la normativa rischia di diventare un ostacolo invece che una risorsa per promuovere e incoraggiare il cambiamento. Parole sacrosante. È anche vero però che le norme non bastano. Bellissimi i propositi e ambiziosi gli obiettivi ma sappiamo quanto l'Italia sia spesso restia o semplicemente lenta nel mettere in pratica le leggi. Vi sono ancora dipendenti pubblici che non hanno o non usano regolarmente la posta elettronica e moltissimi altri intoppi burocratici si riscontrano nella vita quotidiana di cittadini che necessitano di rapportarsi con gli uffici pubblici.

Due anni di lavoro ci sono voluti per mettere a punto questo documento nato davvero per rendere l'operato delle amministrazioni sempre più "immateriale" e snello, più efficace e più efficiente, con una drastica riduzione dei costi. Così come ulteriori abbattimenti delle spese dovrebbero derivare dal sistematico utilizzo della posta elettronica all'interno degli uffici pubblici grazie alla creazione della Posta Elettronica Certificata (PEC).

Ora però vedremo quanti anni ci vorranno per una diffusione davvero capillare della normativa, non limitata - come spesso accade in questo settore - a poche aree di eccellenza.

(AGR) Clicca qui per guardare il video

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