Open source e Ict
(AGR) I forti tagli imposti dalla manovra finanziaria varata un mese fa dal Governo non hanno risparmiato il settore Ict della pa. Le minori risorse economiche non hanno però scoraggiato il Ministero per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione a prendere alcuni importanti provvedimenti di modernizzazione.La necessità di razionalizzare le spese ha fatto in modo che il governo disponesse nella finanziaria alcuni provvedimenti speciali per migliorare e rendere più efficienti enti locali e pa centrale senza metter mano al portafoglio.Ad illustrare i provvedimenti introdotti dalla nuova legge in tema di innovazione tecnologica della pa è stato il sottosegretario Beatrice Magnolfi. Il Governo ha stanziato per l'innovazione della pa centrale e locale quasi 75 milioni di euro. Circa 90 milioni di euro per la didattica e quasi 100 milioni per l'innovazione delle aziende sanitarie.
Fra le tante norme introdotte dalla finanziaria, merita considerazione da parte dei dirigenti della pa quella che favorisce l'utilizzo del software Open Source. Questa norma della legge finanziaria, comma 491 bis, prevede che si debbano sostenere prevalentemente i progetti che utilizzano e sviluppano applicazioni software a codice aperto. Per questi progetti sono stati stanziati circa 30 milioni di euro. L'obiettivo del Governo è quello di favorire un profondo cambiamento culturale della pa nell'utilizzo e nell'abbattimento dei costi per l'Ict.
La filosofia che ispira la norma prevede che una parte delle risorse economiche non spese per le licenze d'uso venga investita in formazione ad hoc per le risorse umane.
Le iniziative nell'ambito Open Source non finiscono però qui. Con la diffusione di soluzioni a codice aperto verrà creato anche un apposito portale della pubblica amministrazione interamente dedicato alla condivisione di codici sorgente ed in cui sarà disponibile la documentazione dei software sviluppati.
Scopo del portale, anch'esso previsto dal comma 491 bis della legge finanziaria, è quello di realizzare un ambiente di sviluppo cooperativo sul web. Uno spazio in cui comunità di amministrazioni si possano confrontare per sviluppare ed utilizzare software diversi.
Il portale dovrà, nelle intenzioni del Governo, facilitare scambi di soluzioni informatiche anche coinvolgendo il mercato. Sono sempre più numerose infatti le aziende che sviluppano piattaforme a codice aperto. La speranza è che questa nuova vision, impostata dal Ministero, possa anche favorire la crescita delle piccole software house italiane.
In attesa di approvare altre normative, come il disegno di legge Nicolais che obbligherà le amministrazioni ad adottare il protocollo informatico, la finanziaria ha disposto alcuni incentivi per l'utilizzo dell'e-procurement. Provvedimenti come la carta di acquisto per pagamenti di importo limitato, il cedolino elettronico per lo stipendio, le compensazioni IVA trasmesse per via telematica e lo scontrino fiscale digitale vanno in questa direzione.
Il Governo tramite gli strumenti telematici ha deciso anche di prendere la strada dell'integrazione delle banche dati. Secondo la Magnolfi la gestione congiunta, a cui si sta arrivando, di anagrafe catastale e comunale porterà, anche in questo caso, ad una nuova cultura della pa. Le amministrazioni devono passare dalla cultura del possesso dei dati del cittadino a quella dell'accesso. Scelte queste che dovrebbero rinnovare il rapporto fra cittadino e pa.
Capitoli di spesa importanti sono anche quelli che andranno ad incidere in maniera più evidente sui nuovi media di uso comune. La finanziaria ha cercato di dare un nuovo impulso in particolare al digitale terrestre e alla banda larga. La prima tecnologia riceverà un finanziamento, sia con il bonus previsto per passare ad un televisore con DTT incorporato, sia con un finanziamento annuale di 40 milioni di euro per tre anni, che servirà ad incentivare la produzione di contenuti ad hoc e servizi di pubblica utilità.
Più interessanti e più innovativi sono invece i finanziamenti, pari a 80 milioni di euro per 3 anni, volti a sviluppare in tutto il Paese la banda larga. Dove Adsl e fibra non arrivano occorre intervenire in modalità wireless.
Il WiMax potrebbe ridurre sensibilmente il digital divide che si registra ancora il alcune zone d'Italia, dove non sono ancora disponibili connessioni a banda larga. E' necessario per questo che la gestione del WiMax sia ben concordata tra il Ministero della Difesa ed il Ministero per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione.