Coronavirus,affossa il turismo,disdette metà delle prenotazioni negli istituti religiosi
Per chi rinuncia alla partenza: proposta dei Codici per i tour operator. Sostiutire le penali con buoni da usufruire entro il 2020
(AGR) Chi parte e chi arriva…il Coronavirus ha cambiato all’improvviso le carte in tavola.Tra gli evidenti danni che il turismo sta subendo anche ospitalità religiosa nelle ultime ore registra uno stato di grave sofferenza. Un sondaggio del portale ospitalitareligiosa.it tra circa 3000 strutture ricettive ha rilevato il disagio e la preoccupazione dei gestori per i risvolti che la vicenda sta assumendo. Il 52% delle strutture ha già ricevuto disdette per i soggiorni già prenotati per marzo e aprile, con punte del 62% nel Nord. Un danno economico rilevante soprattutto per le attività caritatevoli e missionarie che queste strutture alimentano proprio con gli introiti dell’ospitalità. Per la prossima estate invece i dati sono più rassicuranti, grazie ad un calendario che concede ancora tempo per riflettere: solo il 12% delle strutture lamenta di aver ricevuto qualche disdetta.
L’incertezza però sull’evoluzione della situazione pesa soprattutto sulle nuove richieste di prenotazione: il 74% dei gestori delle case segnala infatti un evidente rallentamento. E chi ha già prenotato, come si sta muovendo? Il 44% delle strutture è stato contattato con richieste di rassicurazione o dubbi sull'effettivo soggiorno, con punte del 49% nel Nord. Ma in questo difficile frangente, come sono gli umori dei gestori? La metà è convinta che ci saranno conseguenze economiche negative per la loro attività di accoglienza, mentre l’altra metà è più ottimista e attende una provvidenziale svolta che li riporti in una situazione pre-crisi.
“Le domande più frequenti che ci vengono fatte – dichiara l'avvocato Stefano Gallotta, Responsabile del Settore Trasporti e Turismo di Codici – sono se in caso di recesso scatta il rimborso e se le penali sono legittime. Se c'è una causa di forza maggiore, il consumatore ha diritto alla restituzione delle somme pagate. È il caso, ad esempio, di un viaggio in una zona colpita dal Coronavirus. Dove, invece, l'epidemia non è un pericolo concreto, la causa di forza maggiore viene meno. Qui, però, è necessaria una riflessione. Abbiamo ricevuto la segnalazione di una famiglia in partenza per gli Emirati Arabi che ha deciso di rinunciare al viaggio perché un membro era in condizioni di salute precarie. Comprensibilmente preoccupati, hanno chiesto la cancellazione con il rimborso. Come risposta hanno ricevuto una penale da 6.000 euro. A nostro avviso è scorretto, non si può ignorare quanto sta accadendo”.