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Lazio, regione termale

print14 dicembre 2012 21:02
(AGR) “Trasformare il termalismo in Club di Prodotto o in Rete d'impresa (secondo una dizione più attuale)? I presupposti ci sono tutti, ma occorre organizzarsi e, soprattutto, che la richiesta venga dagli imprenditori. Non può essere la Regione a decidere se non ci sono gli interlocutori giusti e interessati”. E' quanto ha dichiarato Marco Noccioli, Direttore Generale del Settore Turismo della Regione Lazio, intervenendo ieri a Viterbo alla presentazione dello Studio-test finalizzato all'individuazione di itinerari tematici riferiti al patrimonio termale del Lazio. Uno studio che arriva a conclusione di un percorso intrapreso nel 2009 dalla Regione e realizzato nell'ambito del Progetto Interregionale “Itinerari delle Terme d'Italia tra salute e benessere”, a cui prendono parte, insieme alla Regione Lazio, anche la Toscana, l'Emilia Romagna e il Veneto. Le attività di studio e di ricerca sono state effettuate da SL&A Turismo e Territorio cui erano state affidate secondo le procedure dall'art. 125 del D.Lgs 163/2006 e dalle linee guida approvate con DGR n.202/2009.

Non poche le curiosità emerse dalla ricerca come quella che vuole, nel 2011, le presenze negli esercizi ricettivi aumentare del 10% e diminuire del 14,1% in quelli termali, segno chegli stabilimenti congegnati secondo le antiche regole della cura non hanno più senso, mentre è in forte aumento il segmento “benessere”. A dimostrazione che gli storici centri termali debbano rinnovarsi per continuare ad essere competitivi sul mercato, è stata evidenziata anche la presenza delle Regioni, cosiddette “termali”, sui portali e nei cataloghi del benessere: in entrambe le classifiche il Lazio non si trova assolutamente male, posizionandosi in una graduatoria medio-alta, ma pur sempre dietro Regioni ad altra tradizione termale (Alto Adige, Campania, Veneto, Toscana, Trentino, Emilia Romagna e Lombardia). La ricerca ha evidenziato anche che al di fuori della rete, notizie sui luoghi termali non se ne trovano più. Come dire, se una volta nelle agenzie di viaggio si poteva accedere ad un catalogo “terme”, oggi questo è praticamente scomparso segno di un prodotto non più appetibile, per lo meno a livello di intermediazione. Pur senza eccellere, nel complesso, alla luce delle diverse indagini, la posizione della Regione Lazio deve essere considerata positivamente e, soprattutto, deve rappresentare, come ha sottolineato Ersilia Maffeo,Direttore dell'Agenzia di Promozione Turistica del Lazio, l'incentivo per iniziare un recupero che tutti si attendono visto anche le forti potenzialità della Regione. Non per nulla, nel corso della presentazione dello studio, è stata presentata anche un'accurata “mappatura” della Regione Lazio in cui sono state evidenziate, oltre che le località termali, anche i nuovi “comuni del benessere” i quali, oltre a disporre di strutture ricettive dedicate, vantano la presenza di altre risorse che li rendono particolarmente interessanti dal punto di vista turistico. Di ciascun comune, infatti, sono stati individuati i pull factors che possono completare e rendere maggiormente competitivo il prodotto benessere: attrazioni naturalistiche, percorsi trekking, itinerari ciclabili, golf club, aziende agricole, cantine, ristoranti e prodotti enogastronomici.

E' stato lo stesso studio a lanciare l'idea di un “Lazio Benessere” come ipotesi per un Club di Prodotto con grandi vantaggi e potenzialità e qualche problema. Tra i fattori positivi lo studio

evidenzia un grande mercato di prossimità, un grandissimo attrattore globale al centro della

Regione, almeno due “corolle” già disegnate, rappresentate dalla Tuscia e dalla Ciociaria- Pontino, numerose imprese già attive sul tema e un evidente superamento della crisi del termale solo terapeutico. Tra le problematiche vengono in evidenza, invece, una marca regionale debole, una azione pubblica ritenuta poco autorevole da parte delle imprese e, infine una promozione in cerca di efficacia ma che, anche per il futuro, almeno immediato, non potrà disporre di grandi risorsee si dovrà concentrare soprattutto sul web e sugli educational tour come quello svoltosi lo scorso ottobre e che ha riscosso un grande successo sulla stampa di settore e generalista. Ma c'è un'altra importante buona notizia: la Regione ha riaperto i termini per la presentazione delle domande da parte delle strutture ricettive dei comuni termali (Viterbo, Fiuggi, Tivoli, Canale Monterano, Orte, Rieti, Castel Sant'Angelo, Ferentino, Castelforte, ecc.) che vogliono investire sul benessere. La scadenza per presentare le domande è il 7 gennaio. Ci sono a disposizione un milione e mezzo di Euro per gli hotel 3/4 stelle e ilcontributo a fondo perduto è del 50% della spesa massima ammissibile pari a 100.000 euro. In pratica ogni albergo può ricevere fino a 50.000 euro.

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