Bando per le concessioni balneari: pronti i ricorsi. Sib-Fiba: totalmente sbagliato ed irrazionale
Il conto alla rovescia è iniziato, a giorni i legali dei 37 concessionari i cui stabilimenti sono stati messi al bando presenteranno i ricorsi al TAR. Sul piano amministrativo, inoltre, la scelta di finire in Tribunale appare come un possibile danno erariale.
(AGR) Oggi i concessionari i cui stabilimenti sono stati messi a bando incontreranno il collegio legale e probabilmente, già nei prossimi giorni approderanno al TAR del Lazio i primi ricorsi in materia. In mattinata le organizzazione sindacali dei balneari hanno diffuso una nota circostanziata nella quale spiegano le loro ragioni e ribadiscono l’assoluta improponibilità del provvedimento. “Il bando riguardante le 37 concessioni demaniali predisposto dal X Municipio è un bando totalmente sbagliato”. Sostengono sia il Sib-Confcommercio Lazio e la Fiba-Confesercenti Lazio.
“La documentazione – spiegano – è stata sottoposta ai legali incaricati dagli operatori balneari che, entro i termini, indicheranno i motivi su cui si fonderà il ricorso al Tar del Lazio. Quello che però va sollevato in questa sede è l’opportunità politica, amministrativa e turistica che il Comune di Roma, in questo caso il X Municipio, crede di rappresentare per opporsi alle estensioni delle concessioni balneari, ergendosi a giudice su una legge nazionale? Una legge giunta non per caso, ma dopo anni di discussioni in Parlamento, per trovare una norma che da una parte tutelasse le aziende e che garantisse il recepimento della Direttiva Bolkenstein. Una soluzione normativa, che ha fissato al 2033 il termine per riordinare la disciplina delle concessioni e indire allo stesso tempo le gare europee, oggi impossibili, poiché mancano i presupposti fondamentali, come il criterio per riconoscere il valore dell’impresa uscente: la strada da fare è ancora lunga”.
Bandire una gara per l’affidamento di 37 stabilimenti balneari legalmente esistenti e perfettamente operanti, fa pensar male: dopotutto le 37 concessioni demaniali, che avevano correttamente richiesto l’applicazione della L. n.145/2019, ne avevano tutti i requisiti, poiché alla domanda non è stata corrisposto alcun diniego formale, né esistevano motivi ostativi al rilascio, la scelta del bando appare, dunque, irrazionale”.
“Il bando – continuano – colpisce il turismo e l’economia locale, perché i precari affidamenti stagionali, previsti nel bando per pochi mesi, penalizzano gli investimenti, le assunzioni annuali e stagionali, la qualità dei servizi, e insieme colpiscono l’icona del turismo del mare di Roma. Si tratta di un bando sbagliato, perché l’unico importante era quello per salvare le attività balneari di Ostia dall’erosione della costa. Il bando ha solo fatto chiarezza su un aspetto: che i 37 stabilimenti balneari non sono abusivi e a dirlo è proprio il Comune di Roma, ritenendo idonei gli immobili e le strutture turistiche per il suo bando pubblico”.