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Dalla Asl di Chieti un sistema per la gestione integrata dei pazienti

print09 dicembre 2006 12:30
Dalla  Asl di Chieti un sistema per la gestione integrata dei pazienti
(AGR) Un progetto denominato "Fata" (Tireopatia in Abruzzo) e mirato alla valutazione delle malattie tiroidee e dell'osteoporosi nella popolazione di Guardiagrele (Chieti) - da estendere successivamente al territorio regionale - è stato avviato dall'Unità operativa di Endocrinologia dell'Azienda sanitaria locale di Chieti e dalla cattedra di Endocrinologia dell'Università "Gabriele d'Annunzio".

Tra gli obiettivi dell'indagine, che si avvale della collaborazione dei medici di medicina generale che operano sul territorio, vi è la realizzazione di una banca dati derivata da diversi archivi, come quelli dei laboratori analisi, dei medici di medicina generale, dei servizi epidemiologici.

"Da questi - spiegano il dottor Pierluigi De Remigis, direttore dell'Unità operativa, e il professor Fabrizio Monaco, direttore della cattedra universitaria di Endocrinologia - contiamo di poter estrarre una quantità di dati stimabile nell'ordine del 60-70% della popolazione generale, come è stato già fatto per Guardiagrele (Fata-G). Pertanto - proseguono - con un'indagine estesa alla popolazione mancante in questo Comune, si può raggiungere un risultato prossimo al 100%".

Il modello Fata-G può essere riprodotto ed esteso. Immessi in banca dati, i soggetti con Tsh (un parametro che valuta la funzionalità tiroidea) e anticorpi antitiroide alterati potranno essere gestiti dal Centro regionale tramite la rete dei medici di medicina generale con controlli periodici, calibrati nel tempo e nel tipo di dosaggio. Lo scopo è di evitare preoccupazioni al soggetto, grazie a un monitoraggio costante da parte dei sanitari e limitare la necessità del paziente di recarsi presso le strutture ospedaliere.

Le affezioni tiroidee sono molto diffuse e riguardano fino al 50% della popolazione. Le forme più frequenti di questo tipo di patologie (pari a oltre il 90% del totale) sono quelle subcliniche: morfologiche, non visibili a occhio nudo (come il nodulo subclinico) e disfunzionali (ipo-ipertiroidismo silente), non accompagnate da disturbi.

Il nodulo è caratterizzato da un ingrandimento localizzato della tiroide. L'ipotiroidismo rappresenta una condizione di ridotta attività degli ormoni tiroidei, mentre l'ipertiroidismo, al contrario, indica un'aumentata attività. Si tratta di patologie per la stragrande maggioranza a carattere del tutto benigno. Non destano preoccupazioni per il fatto che sono facilmente diagnosticabili e curabili, quando ve ne fosse bisogno (e questo si verifica in un limitato numero di soggetti). Per la gran parte dei casi vanno sottoposte a una tranquilla sorveglianza.

Queste affezioni sono diagnosticate a volte casualmente e incidentalmente, altre volte con una visita medica, una ecografia del collo e un semplice prelievo di sangue, che permetta il dosaggio di un parametro, il Tsh, che valuta la funzionalità tiroidea, e di anticorpi antitiroide, che rappresentano il marchio della malattia autoimmunitaria.

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