Il Campidoglio acquista 88 nuove case popolari da destinare a famiglie in precarietà abitativa, costo 13 milioni di euro
L’acquisizione di nuovi alloggi, liberi e di proprietà dell’Inps, rappresenta un ulteriore tassello nella strategia dell’Amministrazione per garantire il diritto alla casa. Gualtieri: ampliare l'offerta di alloggi è uno dei pilastri del nostro Piano strategico per affrontare l'emergenza


(AGR) Prosegue il piano di Roma Capitale per aumentare il numero di case popolari da destinare alla graduatoria. È stata approvata ieri una delibera di Giunta, da sottoporre all’Assemblea Capitolina, che dà mandato agli uffici di procedere all’acquisizione di ulteriori 88 immobili da destinare alle famiglie in precarietà abitativa, per un costo totale di circa 13 milioni di euro.
L’acquisizione di nuovi alloggi, liberi e di proprietà dell’Inps, rappresenta un ulteriore tassello nella strategia dell’Amministrazione per garantire il diritto alla casa. Si tratta della seconda operazione dopo quella che ha portato all’acquisto di 120 unità abitative, seguendo gli stessi criteri di distribuzione sul territorio per promuovere integrazione e mixité sociale, in linea con i due avvisi già pubblicati per acquisire alloggi anche dal libero mercato. Va avanti, inoltre, il confronto con l’Inps e le altre realtà per individuare ulteriori soluzioni da destinare alle famiglie in difficoltà, rafforzando il patrimonio pubblico e assicurando maggiore stabilità abitativa.
“Con l’acquisizione di questi nuovi alloggi rafforziamo il patrimonio pubblico e offriamo una risposta reale alle famiglie più fragili in attesa di una casa” – ha dichiarato Tobia Zevi, Assessore capitolino al Patrimonio e alle Politiche abitative – “stiamo tracciando una direzione precisa: aumentare il numero di abitazioni popolari disponibili per chi vive da anni in condizioni di disagio ed è in graduatoria. Allo stesso tempo, proseguiamo il lavoro per superare i fitti passivi, acquisendo direttamente gli immobili oggi in locazione da Roma Capitale, un intervento che rientrerà in una prossima delibera. Una scelta di buon senso: invece di continuare a pagare affitti per beni che non ci appartengono, li rendiamo parte del patrimonio pubblico”