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Le dichiarazioni dell'Avvocato Verni sull'uso delle armi nucleari: "La Russia potrebbe ampliare le circostanze per l'impiego del suo arsenale atomico"

Secondo l'Avvocato Marco Valerio Verni, le recenti affermazioni del Presidente russo Vladimir Putin riflettono un cambiamento nella dottrina nucleare della Russia, che potrebbe abbassare la soglia di utilizzo delle armi atomiche in risposta a nuovi scenari di minaccia

printDi :: 28 settembre 2024 18:25
Avv. Marco Valeri Verni, esperto di diritto e referente dell'area Diritto di 'Difesa Online

Avv. Marco Valeri Verni, esperto di diritto e referente dell'area Diritto di 'Difesa Online

(AGR) Le recenti dichiarazioni dell'Avvocato Marco Valerio Verni all'agenzia di stampa ADNKronos offrono un'analisi approfondita delle nuove prospettive relative all'uso dell'arsenale nucleare da parte della Russia. Verni, esperto di diritto e referente dell'area Diritto di 'Difesa Online', ha commentato le affermazioni del presidente russo Vladimir Putin, che sembrano prefigurare un ampliamento delle condizioni per l'impiego dell'arma atomica da parte di Mosca.

"Secondo la dottrina attuale," ha spiegato Verni, "la Russia potrebbe utilizzare il suo arsenale nucleare in risposta all'uso di armi nucleari o di altri tipi di armi di distruzione di massa contro di essa o i suoi alleati, così come in caso di aggressione contro la Federazione Russa con l'uso di armi convenzionali, quando l'esistenza stessa dello Stato sia in pericolo". Tuttavia, con l'introduzione della nuova dottrina, "si amplierebbe in modo significativo lo spettro dei fattori scatenanti il possibile uso di armi nucleari da parte di Mosca".

 
Verni ha poi aggiunto che Mosca potrebbe considerare un impiego preventivo delle armi nucleari, ad esempio, "qualora ricevesse informazioni affidabili sul lancio di missili balistici diretti verso il territorio della Russia o dei suoi alleati", oppure in caso di un'aggressione militare alla Bielorussia, Paese alleato, o ancora nel caso di "attacco congiunto alla Federazione Russa da parte di uno Stato non nucleare ma con la partecipazione o il sostegno di uno Stato nucleare". Questa posizione rappresenterebbe, dunque, "un abbassamento, per certi versi, della soglia di utilizzo delle armi nucleari, dovuto, secondo Mosca, al cambiamento delle dinamiche militari attuali".

Verni ha chiarito che il dibattito sulla liceità dell’uso delle armi nucleari è un tema controverso sin dalla fine del secondo conflitto mondiale. "Tra i giuristi," ha spiegato, "ci sono opinioni contrastanti: alcuni sostengono che le armi nucleari sarebbero indiscriminate e causerebbero sofferenze non necessarie, coinvolgendo anche Stati non partecipanti al conflitto e violando quindi il principio di neutralità. Altri, invece, considerano possibile il loro utilizzo in conformità ai principi di non discriminazione e proporzionalità".

Nel 1996, la Corte internazionale di giustizia ha emesso un parere consultivo sulla questione. "Da un lato," ha osservato l’avvocato Verni, "la Corte ha dichiarato la generale illiceità dell'uso e della minaccia dell'uso delle armi nucleari, ma dall'altro non ha escluso del tutto la possibilità di scenari in cui il loro impiego possa essere giustificato, lasciando così un pericoloso vuoto giuridico in questo senso".

Verni ha anche ricordato che, lo scorso 22 gennaio 2021, è entrato in vigore il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, grazie al superamento delle cinquanta ratifiche previste. Questo trattato, basato sui principi del diritto umanitario internazionale, stabilisce che il diritto di scegliere le modalità di combattimento non è illimitato e vieta esplicitamente l'uso e la minaccia dell'arma nucleare, anche in caso di rappresaglia. Tuttavia, ha precisato l'avvocato, "questo trattato ha natura convenzionale ed è valido solo per gli Stati che lo hanno sottoscritto, tra i quali non figurano quelli maggiormente coinvolti nello scenario attuale".

Quanto alle azioni che l'Occidente potrebbe intraprendere per contrastare la minaccia nucleare russa, Verni ritiene che "il diritto internazionale potrebbe prevedere ulteriori misure sanzionatorie, che però rischiano di rivelarsi inefficaci se gli effetti sperati non dovessero concretizzarsi". La soluzione, secondo l'avvocato, potrebbe risiedere "in uno sforzo diplomatico che scongiuri un'escalation del conflitto e una possibile crisi nucleare".

Appare quanto meno evidente che le parole dell'Avvocato Marco Valerio Verni mettono in luce l'estrema delicatezza dell'attuale contesto geopolitico e la necessità di un approccio equilibrato e diplomatico per evitare che la situazione degeneri ulteriormente, mettendo a rischio la sicurezza globale.

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