Roma, pusher in manette, spacciava droga e nel marsupio aveva una pistola "clandestina"
Nel marsupio che il ragazzo portava con sé per riporre i soldi “guadagnati” dalla vendita, la Polizia oltre ad involucri contenenti 30 grammi di hashish e pronti per essere smistati alla clientela, nascondeva una pistola, una scatola intera di cartucce a salve ed un caricatore di un’altra arma.


Polizia droga e pistola sequestrata dalla Squadra Mobile
(AGR) Vendeva droga al dettaglio con una pistola nel marsupio. Così è stato fermato al Tiburtino Terzo dalla Polizia di Stato un ragazzo turco poco più che maggiorenne.Gli investigatori della Squadra Mobile della VI Sezione “Contrasto crimine diffuso”, meglio conosciuti come “Falchi”, nel loro costante monitoraggio delle piazze di spaccio della Capitale, hanno notato un gruppo di ragazzi sotto i portici di via Tagliacozzo, una delle strade che compongono il quartiere Tiburtino Terzo.
Uno dei giovani è stato avvicinato da un cliente, ma il momento dello scambio è stato interrotto dall’intervento degli agenti.
Nel marsupio che il ragazzo portava con sé per riporre i soldi “guadagnati” dalla vendita, oltre ad altri involucri contenenti circa 30 grammi di hashish e pronti per essere smistati alla clientela, nascondeva una pistola, una scatola intera di cartucce a salve ed un caricatore di un’altra arma.
Il giovane, originario della Turchia e da poco maggiorenne, è stato quindi condotto a Regina Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
La Procura di Roma ha chiesto ed ottenuto la convalida dell’arresto contestando al 18enne la violazione della normativa sugli stupefacenti ed il porto ingiustificato dell’arma clandestina. Lo stesso GIP ha anche disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere.
Si precisa che le evidenze informative sopra descritte attengono alla fase delle indagini preliminari e che, pertanto, l’indagato è da ritenersi presunto innocente fino ad accertamento definitivo con sentenza irrevocabile.
Quanto sopra, si comunica, nel rispetto dell’ indagato da ritenersi presunto innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.