Ostia, per ripartire necessaria la partecipazione dei cittadini
(AGR) L'affermazione che in Italia debba diminuire il numero dei Comuni è scontato. - esordisce così l'ex-senatore Lodovico Pace, affrontando il tema di un rilancio dell'attività politica ed amministrativa sul litorale romano - Sono troppi, oltre ottomila, e molti con popolazione da condominio. Una razionalizzazone può quindi passare attraverso una seria sforbiciata accorpando i più piccoli e istituendone di nuovi anche da scorpori opportuni. E' il caso di Ostia. Sappiamo che sarà molto difficile, le cose razionali nel nostro paese sono spesso chimere, non raggiungibili. Un territorio, sul litorale romano, potenzialmente in grado di sviluppare progetti di crescita economica e sociale ma rimasto, purtroppo, sempre periferico, secondario, appendice scomoda di Roma.I vari tentativi di rilancio nel corso della sua storia sono passati attraverso una rivendicazione di autonomia che nei fatti, però, si è impantanata nelle vicende romane. Anche Roma avrebbe bisogno di qualcosa di diverso, non basta la legge sulle aree metropolitane per governare al meglio la Capitale: ci vorrebbero competenze regionali, un distretto federale.
In attesa che comunque qualcosa accada, con un Municipio commissariato, con una partecipazione cittadina alla cosa pubblica azzerata, con una crisi partitica e politica preoccupante, immaginare un prossimo futuro di ripresa, di sicurezza e di decoro dovrebbe essere un auspicio percorribile.
La prima cosa da fare - pone l'accento Lodovico Pace - è la riattivazione di un meccanismo di coinvolgimento di tutte le realtà sociali e culturali del Municipio e la garanzia che chiunque sarà chiamato ad amministrare metterà questo punto al primo posto. Non è pensabile progettare e ridare fiducia senza il concorso dei cittadini. In una fase in cui il decentramento è solo teoria, in cui i Municipi, non possedendo autonomia di bilancio, sono quasi degli spettatori, è indispensabile chiedere a Roma Capitale, e questa è la seconda cosa,... la revisione della distribuzione delle risorse che avviene in maniera "storica" e non basandosi sulle esigenze reali e sui bisogni. Negli ultimi decenni i territori della città sono cambiati profondamente e di questo non si è tenuto sufficientemente conto.
Solo impegnandoci tutti, sostanzialmente sul versante della democrazia, sociale ed economica, con il sostegno e la valorizzazione del ruolo dei "corpi intermedi", sarà possibile una forte azione di recupero".