Pendolaria di Legambiente, Roma Nord-Viterbo e Roma-Lido ex-aequo, restano la peggiori linee ferroviarie d'Italia
Nel Lazio i disservizi hanno fatto perdere il 34% dei passeggeri negli ultimi 15 anni. I treni delle linee gestite da Cotral hanno un’età media di 33 anni, quasi tre volte superiore ai 12,7 anni dei convogli che percorrono le 8 linee regionali di Trenitalia. Cala del 34% l'utenza ferroviaria
Pendolaria 2024 situazione trasporto pubblico
(AGR) E’ stato presentato questa mattina a Roma il nuovo Rapporto Pendolaria di Legambiente, sulla situazione del trasporto pubblico su ferro. Si confermano la Roma Nord-Viterbo e la Roma-Lido tra le peggiori linee d’Italia. Sulla prima, nei soli primi 10 mesi del 2024 si contano già oltre 5.000 corse soppresse alle quali si aggiungono i 7.000 stop ai convogli del 2023 come denuncia il Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord. Non va meglio sulla Roma Lido dove si contano appena 6/7 treni operativi e una chiusura di lavori lungo la linea prevista entro la primavera 2023 e slittata a fine 2025 con buona pace dell’efficienza del servizio.
Nel Lazio, il divario nella qualità delle flotte ferroviarie è eclatante: i treni delle linee gestite da Cotral hanno un’età media di 33 anni, quasi tre volte superiore ai 12,7 anni dei convogli che percorrono le 8 linee regionali di Trenitalia, a testimonianza di come anni di mancati investimenti e rinnovi, abbiano ripercussioni profondissime sul servizio.
“I nuovi dati di Pendolaria evidenziano chiaramente che alla discesa della qualità del servizio nel Lazio, corrisponde quella dei viaggiatori, con buona pace della qualità ambientale e delle terrificanti congestioni stradali che viviamo tutti i giorni – dichiara Roberto Scacchi, responsabile nazionale mobilità di Legambiente e Presidente di Legambiente Lazio. – mentre linee cruciali per la Capitale, come Roma-Lido e Roma Nord, continuano a essere in gravissima difficoltà. Qualche buona notizia c’è nella Capitale con i nuovi tram previsti dopo oltre vent’anni duranti i quali non si è visto alcun cantiere, ma sul fronte prettamente ferroviario, il disinvestimento sul progetto per la chiusura dell’anello ferroviario arrivata dal Ministero dei Trasporti negli scorsi mesi è allucinante, se pensiamo al gap reale che la Capitale dovrebbe coprire per adeguarsi agli standard europei, se pensiamo alla condizione invivibile delle strade con lo stradominio delle autovetture private e se pensiamo dalla necessità di garantire il diritto alla mobilità e all’aumento della qualità ambientale.”
Roma peraltro, con 36 eventi estremi dovuti proprio alle emissioni climalteranti e al cambiamento climatico, è prima in Italia per numero di interruzioni del servizio stesso di mobilità, a dimostrazione della vulnerabilità delle proprie infrastrutture che mettono in ginocchio troppo spesso la cittadinanza.
Amedeo Trolese, Responsabile Mobilità Legambiente Lazio aggiunge “Nel nostro territorio siamo di fronte a una mobilità a due velocità, se da un lato le otto ferrovie regionali non sono di certo le migliori possibile, dall’altro dalle cosiddette ex concesse continuano ad arrivare notizie di condizioni di viaggio vergognose; come se non bastasse, la terza ferrovia ex concessa lungo la Casilina è sparita completamente e nonostante l’impegno dell’amministrazione comunale per farla rinascere come Tram Termini-Tor Vergata, siamo ancora fermi anche a causa di pareri sfavorevoli assurdi. Sul fronte delle tariffe, lo stop all’aumento del biglietto giornaliero romano è una notizia molto positiva che auspicavamo da tempo e se le istituzioni regionali hanno trovato il modo per fermarlo non possiamo che esserne soddisfatti visti anche i mille disagi nel quale i romani sono immersi quotidianamente”.