Enea, il primo profugo di guerra...il primo migrante della storia
Dopo aver fondato Lavinio, Enea risalì il corso del Tevere, fondando una nuova Troia. Dove sbarcò? Secondo gli storici del territorio Michele Mattei (che resterà sempre nei nostri cuori) e Piero Labbadia, Enea ammainò le vele sulla sponda che adesso si trova all’altezza di Dragona.
Ostia le tracce della storia copertina libro Maritati
(AGR) di Gianni Maritati
Riflettendo sulla figura di Enea in questo tempo in bilico fra vecchio e nuovo anno, l’ho immaginato come primo profugo di guerra e quindi come primo migrante e primo grande fuggiasco dell’avventura umana. Nel libro “Ostia, le tracce della Storia”, ho avuto il privilegio di rievocare Enea come principe ed eroe che ha ispirato al poeta latino Virgilio, vissuto nel primo secolo avanti Cristo, un’opera che è alla base della civiltà occidentale insieme ai due capolavori omerici, l’Iliade e l’Odissea, e alla Bibbia.
Dopo aver fondato Lavinio, vicino alla costa meridionale del Lazio, insonne e coraggioso Enea risalì il corso del Tevere, più a nord, fondando una nuova Troia. Dove sbarcò? Secondo gli storici del territorio Michele Mattei (che resterà sempre nei nostri cuori) e Piero Labbadia, Enea ammainò le vele sulla sponda che adesso si trova all’altezza del quartiere romano di Dragona.
Ancora oggi, con gli occhi della memoria poetica, vediamo Enea che ringrazia gli Dèi per avergli salvato la vita dentro le mura di Troia dall’assalto mortale dei Greci nascosti nel famoso Cavallo di Ulisse, per averlo protetto durante il suo difficile pellegrinare nell’ignoto e nella paura, per aver trasformato il suo destino di esule senza più patria a fondatore di città e progenitore di civiltà.Enea è ancora oggi, per noi, un modello di affidamento alla provvidenza divina: la prima scommessa umana sulla speranza.