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L'Ostia Mare restituisce dal 1 gennaio le chiavi dell' "Anco Marzio", rischio stop per tutte le attività, salta la scuola calcio?

Il comune ha chiesto di sanare gli abusi commessi negli anni passati, prima dell'attuale dirigenza biancoviola, che riguarderebbero locali spogliatoi e servizi. Prima di avviare la riqualificazione la società dovrebbe però demolire gli abusi rendendo impossibile il funzionamento dell'impianto

printDi :: 19 dicembre 2024 12:52
L'Ostia Mare restituisce dal 1 gennaio le chiavi dell' Anco Marzio, rischio stop per tutte le attività, salta la scuola calcio?

(AGR) Mai come in questo momento l’Ostia Mare, il team calcistico che rappresenta Ostia dal 1945 e che disputa un campionato di serie D, dopo essere stata protagonista anche in C2, è vicina ad una gravissima crisi societaria, per la quale non si vedono soluzioni nell’immediato. Con una lettera ufficiale, infatti, l’associazione sportiva Ostiamare ha comunicato che il 1 gennaio 2025 restituirà le chiavi dell’impianto “comunale” Anco Marzio ad Ostia in via Amenduni. Un impianto realizzato nel 1983 come campo di allenamento per le squadre minori da alcuni soci e dirigenti occupando abusivamente l'area. i

“Nella giornata di oggi ho appreso la volontà da parte dell’associazione sportiva di riconsegnare le chiavi dell’impianto sportivo. - ha commentato il presidente del X Municipio Mario Falconi - Un gesto che ritengo sconsiderato e noncurante della tutela del diritto dei più piccoli di praticare attività sportiva. L’Ostiamare è per tutta la nostra comunità un presidio sociale fondamentale nonché un’istituzione sportiva del territorio”.

 
Una situazione drammatica, esplosa negli ultimi anni, da quando cioè il Campidoglio ha verificato gli abusi compiuti nell’impianto, irregolarità commesse negli anni passati e mai sanate e comunque, mai rilevate… la patata bollente delle “demolizioni” è arrivata, così, fra le mani dell’attuale presidente Di Carlo: “La società – scrive il presidente sul sito ufficiale dell’Ostiamare - ha cercato con tutte le sue forze e con ogni mezzo ragionevole di porre rimedio ad una situazione figlia di abusi commessi da altri e perpetratisi negli anni passati in maniera indisturbata. Per amore di Ostia e delle famiglie dei nostri tesserati abbiamo garantito l’attività fino a fine stagione ma abbiamo segnalato in via ufficiale, senza ricevere risposta alcuna, che la non agibilità dichiarata (dei locali spogliatoi) non consente le condizioni di sicurezza per i bambini e per gli atleti né le necessarie coperture assicurative, oltre a non consentire nemmeno gli allenamenti delle squadre agonistiche.

E’ stato quindi chiesto un provvedimento di autorizzazione in deroga all’uso di dette strutture almeno fino a fine anno sportivo ma la risposta deve essersi persa tra i corridoi del Campidoglio. Adesso sento parlare di nomina di un nuovo concessionario e di una società pubblica che garantirebbe il proseguimento dell’attività della scuola calcio, mi chiedo però con quali autorizzazioni o deroghe lo farebbe? Probabilmente con le stesse che abbiamo richiesto noi e che mai ci sono state concesse”.

La spesa per rimettere a norma l’intero impianto è stata calcolata in circa 3,5 milioni di euro, un conto salatissimo per tutti che la società avrebbe, comunque, accettato. La questione è precipitata quando sarebbe stato chiesto alla società di effettuare, prima di poter proseguire con la riqualificazione, la demolizione di tutte le opere abusive. Cosa che comporterebbe la chiusura di spogliatoi e servizi, rendendo impossibile la funzionalità dell’impianto.

“Stiamo lavorando a stretto contatto con l’Assessore Onorato e con il Dipartimento Sport di Roma Capitale per individuare una soluzione attraverso una società pubblica che possa tutelare le famiglie che portano i loro bambini alla scuola calcio e rispettare gli impegni presi, soprattutto in tempi strettissimi ed in un momento così delicato come il Santo Natale. Faremo in modo che il settore pubblico intervenga dove quello privato ha evidentemente fallito.” - continua Falconi

“È nostra impressione che l’attuale dirigenza abbia sottovalutato, consapevolmente o inconsapevolmente, del tutto o in parte, le notevoli criticità insite nel contratto di concessione. Faremo del nostro meglio – conclude Falconi - per garantire il pieno rispetto delle regole e la tutela di 400 famiglie che aspettano di conoscere il destino dei loro bambini.”

foto archivio AGR

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