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La Roma vince contro un buon Genoa e ora intravede l’Europa

Roma-Genoa 3-1

printDi :: 20 gennaio 2025 16:01
Roma-Genoa 3-1

Roma-Genoa 3-1

(AGR) Alla ventunesima giornata, la Roma trova il Genoa, squadra che, notoriamente, va affrontata sempre e comunque con le dovute cautele, visto il suo carattere indomito e battagliero che, se pungolato, può mettere in difficoltà qualsiasi avversaria. Non inganni, dunque la quantità dei punti racimolati fin qui dai rossoblu: sono pochi e non rispecchiano quanto seminato da Thorsby, Pinamonti e Miretti e compagni: nel contesto di quello attuale, non è difficile pronosticare alla squadra genoana un prosieguo di campionato sicuro, tranquillo e senza rischi. Come sua abitudine, anche contro la Roma il Genoa entra in campo senza timori reverenziali.

Da parte sua, la Roma, tuttora perseguendo l’obbiettivo di un posizionamento di classifica che le faccia intravvedere prospettive ottimistiche per il suo campionato, non può e non deve nascondersi dietro mentalità sparagnine, specie davanti al proprio pubblico che, come sempre, accompagna le sue esibizioni con calore e passione. In questo Roma-Genoa, sebbene con ogni probabilità non entrerà nelle prime dieci partite della storia del calcio, non sono mancati, tuttavia, diversi sprazzi di spettacolo: intanto, la caparbietà della Roma di aggiudicarsi i tre punti che, unita all’abbondante intensità con cui ha condotto la gara, gestendola a suo piacimento, potremo dire, dall’inizio alla fine, ma soprattutto impedendo al Genoa di imbastire iniziative quantomeno decorose da un punto di vista estetico. In effetti, la squadra rossoblu non è mai apparsa, imprendibile, impenetrabile, irresistibile o in possesso di una varietà di schemi di gioco tale da poter impensierire la Roma; in sintesi: tosta, coriacea, ma mai pericolosa.

 
Alla fine, alla disamina della partita, i tre punti guadagnati dalla squadra giallorossa appaiono più che meritati. La Roma, rispetto alle turbinose conduzioni tecniche pre-Ranieri è davvero un’altra squadra: gli uomini della difesa mostrano più autorevolezza, decisione e sicurezza quando chiamati a contrastare, ripartire, costruire, i centrocampisti, a loro volta, appaiono sciolti da certi vincoli tattici che in precedenza ne impedivano, di fatto, l’esprimere della personalità: Pellegrini, Paredes e gli altri del reparto sembrano aver assimilato in pieno il credo calcistico di Ranieri. Discorso a parte per Dybala, che non ha bisogno di ripetizioni private: lui sa tutto sul come e dove giocare. Il suo senso della posizione fa sì che riesca sempre a trovarsi nel posto giusto al momento giusto: il vero deus ex machina della Roma. Infine, in attacco, sebbene appaia con evidenza che non è al top della forma psico-fisica, si vede con chiarezza che Dovbyk si compenetra sempre più decisamente nel suo ruolo.

La Roma parte subito a tavoletta e al 9’ potrebbe già passare se la terrificante punizione di Dybala non finisse sulla traversa: è il biglietto da visita della squadra giallorossa… Di lì a poco, al 16’, il Genoa risponde con Miretti, che, ben servito da Zanoli, arriva a calciare dal limite ma l’estremo giallorosso Svilar neutralizza senza problemi. Non c’è male come inizio gara…

Nei minuti che seguono, la Roma prende a gestire il gioco in lungo e in largo, con il Genoa a difendersi ordinatamente e piuttosto energicamente, e al 25’ passa: cross di Saelemaekers, pallone che arriva in area, De Winter liscia di brutto e Pellegrini calcia a botta sicura da due metri ma Leali, l’estremo genoano, salva sulla linea respingendo alla come può, il pallone arriva a Dovbyk che insacca. Per quanto si era visto in campo fino a quel momento, il vantaggio romanista appare quasi scontato, ma il Genoa c’è (si diceva prima della sua caparbietà…) e al 33’, in uno dei suoi pochi azzardi in avanti, pareggia: Masini, su corner battuto da Miretti, anticipa l’intervento difensivo di Pellegrini e fa goal con un bel tiro al volo.

Nella ripresa, El Shaarawy rileva Pellegrini ed entra subito nella storia del match: è il 60’, Angelino trova preciso Dybala in area, in velocità, l’argentino pesca El Shaarawy che, ben appostato, batte Leali con un pallone angolatissimo. Sul 2-1 per la Roma, Vieira corre ai ripari inserendo Ekhator e Venturino al posto di Zanoli e Thorsby, ma la mossa, al di là di una canonica scossa dinamica, non sortisce gli effetti sperati, anzi è la Roma che, non sazia, cerca il goal della sicurezza, che arriva al 73’: Konè, in percussione, provoca subbuglio in area rossoblu, la cosa, evolvendo in un grosso pasticcio difensivo, sfocia nell’autogoal di Leali quando questi, smanacciando malamente, manda il pallone nella propria porta. C’è da dire che l’intervento di Leali, per quanto goffo possa essere sembrato, era il solo modo che il portiere avesse a disposizione per salvare la propria porta, vista la posizione in cui si trovava, dovuta al suo coinvolgimento diretto nell’azione che ha preceduto il goal. 3-1 per la Roma. Da lì al fischio finale sono ancora i giallorossi ad andare avanti, mentre il Genoa, via via apparendo sempre più sfiduciato, riesce a mettere insieme… poco o niente.

 

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